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DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO: LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI CHIEDE AL MINISTRO DELL'ISTRUZIONE DI ESAMINARE LE CRITICHE DELLA PROVINCIA DI BENEVENTO

Comunicato stampa n. 2164 del 31/01/2023

La Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per gli Affari Regionali e per le Autonomie ha chiesto al Ministero dell’Istruzione di approfondire «le considerazioni relative al dimensionamento scolastico» presentate dalla Provincia di Benevento che aveva contestato come troppo elevato il numero di 900 alunni iscritti introdotto dalla Legge di Bilancio per il riconoscimento dell’autonomia delle Scuole di ogni ordine e grado.

Secondo il Presidente della Provincia Nino Lombardi tale limite avrà come conseguenza la cancellazione della quasi totalità delle Dirigenze scolastiche sul territorio sannita e la perdita di numerosi posti di lavoro.

Il Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nel trasmettere la documentazione presentata dalla Provincia sannita, ha chiesto al Ministero dell’Istruzione di assumere «delle determinazioni» in merito, al fine di poter giungere all’accordo in sede di Conferenza Unificata» che dovrà decidere entro il 31 maggio prossimo la sorte del programma di dimensionamento scolastico così come è stato delineato dalla Legge di Bilancio.

La nota del Dipartimento per gli Affari Regionali, trasmessa per conoscenza al Presidente della Provincia Lombardi, è stata inviata anche al Ministero dell’economia, al Presidente della Conferenza dei Presidenti della Regioni e delle Province autonome, ai Presidenti delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano, alla Regione Lazio che coordina la Commissione Istruzione, alla Regione Abruzzo che è la Coordinatrice vicaria della Commissione istruzione, ai Presidenti dell’Associazione nazionale dei Comuni d’Italia, all’Unione delle Province d’Italia, all’Unione delle Comunità Montane ed alla stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri – Segreteria della Conferenza Stato-città ed Autonomie locali.

Lombardi, nel prendere atto con viva soddisfazione di questa presa di posizione del Dipartimento degli Affari Regionali, e nel ringraziare la struttura per l’esame delle sue considerazioni, ha rilasciato il seguente commento: «Finalmente qualcosa si muove sul fronte del dimensionamento delle Istituzioni scolastiche. E’ da dicembre dello scorso anno che io ed il Consiglio Provinciale abbiamo chiesto non fosse introdotto con la Legge di Bilancio per il 2023, allora in corso d’approvazione in Parlamento, il limite di 900 alunni iscritti per ogni Scuole. Avevamo anche chiesto fosse tenuta in considerazione  almeno la distinzione tra Scuole delle aree montane e quelle delle aree metropolitane. Infatti, sono anni e anni che l’Istat segnala il fenomeno della denatalità e della desertificazione nel Paese, così come sono anni che il Dizionario Treccani ha riconosciuto il neologismo “abbandonologo” per indicare chi studia il fenomeno del dramma che affligge i centri minori, ovvero la fuga degli abitanti. Ebbene, non è pensabile che, stando così le cose, nei territori fragili, che non sono soltanto meridionali, si possano registrare numeri di iscrizioni di studenti così elevati come quelli indicati nella Legge di Bilancio. Nel Sannio, una provincia che ha perso migliaia di abitanti dall’inizio del Millennio, se non cambia questa improvvida norma, basteranno le dita di una sola mano per contare le Scuole che resteranno autonome. Spero vivamente che si giunga ad un ripensamento: le Scuole costituiscono un servizio essenziale per il territorio e per i cittadini. Non si possono cancellare in nome della contabilità. Sopprimere le Scuole significa introdurre nel sistema sociale un altro motivo per scappare dalla aree interne e dai piccoli Comuni. E questo non giova all’Italia. Lo ha detto poche ore or sono anche il Presidente Sergio Mattarella». 

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COMUNICATO sTAMPA N. 2162 DEL 29 GENNAIO 2023

Una inchiesta a firma di Marco Esposito su “IL MATTINO” del 29 gennaio conferma le profonde preoccupazioni espresse dalla Provincia di Benevento, dapprima il 5 dicembre u.s., con il Presidente Nino Lombardi, e quindi il 16 dicembre u.s., dal Consiglio Provinciale a voti unanimi, sugli effetti devastanti di una norma contenuta nella Legge di Bilancio
statale in materia di dimensionamento scolastico.
Il provvedimento, disse in quei giorni il Presidente Lombardi, «si tradurrà in una vera e propria decimazione delle Dirigenze scolastiche nel territorio delle aree interne e periferiche».
Nell’inchiesta di Esposito, infatti, si legge: «La stretta sulla scuola non colpirà solo i presidi, ma anche i bidelli. La Campania è prima nella lista delle Regioni per accorpamenti di istituti: 146 fusioni. Il taglio dei collaboratori Ata è stimabile in 500 unità e si somma alla cancellazione di 292 dirigenti. La tabella con la proposta di accorpamenti fra istituti è sul tavolo della Conferenza delle Regioni per un’intesa che in base alla legge di bilancio del 2023 va trovata entro il 31 maggio, in assenza della quale deciderà entro giugno il
ministero dell’Istruzione. Le fusioni tra scuole sono concentrate nel Mezzogiorno con il 70% del totale, dato prevedibile sia a causa del forte calo demografico sia per una situazione preesistente più frammentata».
Commentando l’articolo il Presidente Lombardi ha dichiarato: «Era fin troppo facile la previsione delle devastanti conseguenze per i servizi e per la stessa qualità della vita nelle aree periferiche del Mezzogiorno conseguente all’introduzione del limite minimo di 900 alunni iscritti per ciascun Istituto scolastico di primo e secondo grado. Per le aree interne collinari e montane meridionali, nelle quali si registrano da anni forti fenomeni di desertificazione sociale, di denatalità e di crollo demografico, i numeri degli alunni iscritti erano e, purtroppo,
restano impietosi: ne deriva che, in base alla Legge di Bilancio, verranno accorpate quasi tutte le Scuole. Come già fatto appena un mese or sono, rinnovo l’appello alla mobilitazione delle Istituzioni locali, della Regione Campania, dell’Anci, dell’Upi, dell’Uncem, affinché in sede di Conferenza Stato - Regioni nei prossimi giorni si trovi il modo per riconoscere la situazione particolare in cui versa l’area meridionale. Giudico questa misura governativa in materia di dimensionamento scolastico grave quanto il progetto di Autonomia
differenziata per le Regioni. E’ necessario, dunque, che si attivi da subito un’azione di contrasto politico-istituzionale ai più alti livelli di responsabilità. Tale azione non ha nulla a che fare con gli orientamenti politici di ciascuno: la Scuola è un presidio fondamentale ed irrinunciabile di civiltà e di legalità, oltre che ovviamente di cultura. Soltanto in qualche raro Paese si pongono limiti e/o addirittura si combatte l’accesso all’istruzione scolastica per tutti: non possiamo accettare che in Italia si comprima in modo forte e brutale il diritto allo studio ed anche quello al lavoro ed all’occupazione per i tanti operatori che collaborano alla tenuta di questa Istituzione».